Cristina Reolon / Esposizione Girotonda / Rotonda Papadopoli Vittorio Veneto

Bio & io

Con le mie mani, con il cuore, con la mente.

La mente per progettare, il cuore per scegliere, le mani per realizzare.
Tutto nasce da un progetto che ho nell’anima.

Zoedro nasce dalla volontà di condividere e convertire le idee in progetti e materia tangibile. 

Condividere ciò che creo è prima di tutto un’emozione, per me e per chi riceve: rendere i momenti della giornata o nel gesto quotidiano un ricordo alla tradizione con l’aggiunta di un carattere sofisticato e durevole nel tempo.

Sono Cristina e attualmente vivo e lavoro a Santa Giustina tra le Dolomiti bellunesi in Italia. Ho studiato prima Arte e poi Disegno Industriale del Prodotto a Venezia. Ho successivamente frequentato corsi di ceramica a Torino, Faenza e Vicenza a stretto contatto con artigiani e professionisti. Con la ceramica seguo fin dal principio il processo produttivo di un prodotto, dall’idea al disegno, dal prototipo al prodotto finito: tutto attraverso le idee e le mani.

Ho scelto la porcellana pur sapendo che tra tutte le ceramiche è quella più complessa. Volevo studiarla perché avrei dato forma ai miei progetti. Ogni tipo di porcellana ha una sua origine e una sua storia. Pregiata tra le ceramiche la porcellana è anche definita l’oro bianco prezioso e resistente. Una delle cose che adoro è che dà la possibilità di creare oggetti molto sottili ed elaborati. Durevole nel tempo è delicata della fase di lavorazione perché di facile deformazione se non si rispettano certi parametri. 

Ho conosciuto diversi artigiani, ho sperimentato diverse tecniche di lavorazione e cottura come quella bianco all’osso, neriage, graffito, colaggio e diversi tipi di decorazione come ingobbio, mishima e sottocristallina

Amo tutti i tipi d’arte e tra tutte le tecniche e materiali ho scelto anche per questo la porcellana come forma espressiva e di condivisione. Realizzo oggetti per uso quotidiano, gioielli e forme d’arte figurativa. 

Per la parte dei gioielli non uso solo la porcellana ma sperimento anche l’uso di altri materiali da abbinare come per esempio la resina. Per me non è una semplice ricerca, ma un processo che fa emergere una parte intima e primitiva di me semplicemente rendendola tangibile.

Nella vita come nell'arte sono attratta dalle forme curiose, dalla natura con le sue forme inaspettate ma anche da quelle lineari geometriche. Amo le piccole cose: dagli oggetti semplici a quelli piu strani e misteriosi scoprendone, alle volte, parti nascoste non sempre visibili a tutti.

Nei miei oggetti esploro spesso temi riguardanti natura, ricerca personale ed esperienze vissute. Le ispirazioni provengono dalla vita di tutti i giorni, dai sogni, da una lettura, da un’emozione o da passeggiate in montagna. Alle volte anche da oggetti vintage e da materiali trovati curiosando tra i mercatini. 

Le mie creazioni sono profondamente personali, ogni pezzo è unico e fatto a mano. 
Nei miei oggetti lavoro intuitivamente per rivelare qualcosa attraverso la forma, il colore e l’illustrazione.

L’origine del nome ZOEDRO

ZOEDRO = ZOE + EDRO

INTRO

L’uomo che viaggia e non conosce ancora la città che lo aspetta lungo la strada, si domanda come sarà la reggia, la caserma, il mulino, il teatro, il bazar. In ogni città dell’impero ogni edificio è differente e disposto in un diverso ordine: ma appena il forestiero arriva alla città sconosciuta e getta lo sguardo in mezzo a quella pigna di pagode e abbaini e fienili, seguendo il ghirigoro di canali orti immondezzai, subito distingue quali sono i palazzi dei principi, quali i templi dei grandi sacerdoti, la locanda, la prigione, la suburra. Così -dice qualcuno- si conferma l’ipotesi che ogni uomo porta nella mente una città fatta soltanto di differenze, una città senza figure e senza forma, e le città particolari la riempiono.

Non così a Zoe. In ogni luogo di questa città si potrebbe volta a volta dormire, fabbricare arnesi, cucinare, accumulare monete d’oro, svestirsi, regnare, vendere, interrogare oracoli. Qualsiasi tetto a piramide potrebbe coprire tanto il lazzaretto dei lebbrosi quanto le terme delle odalische. Il viaggiatore gira gira e non ha che dubbi: non riuscendo a distinguere i punti della città, anche i punti che egli tiene distinti nella mente gli si mescolano. Ne inferisce questo: se l’esistenza in tutti i suoi momenti è tutta se stessa, la città di Zoe è il luogo dell’esistenza indivisibile. Ma perché allora la città? Quale linea separa il dentro dal fuori, il rombo delle ruote dall’ululo dei lupi?

Italo Calvino, Le città invisibili  

 

ZOE: in greco antico è l’essenza della vita. Italo Calvino aveva chiamato ZOE una città in cui gli edifici hanno forme che cambiano e che sorprendono, sempre inaspettate. Possibilità infinite sono quelle che a Zoe accolgono l’immaginazione del viaggiatore. E possibilità infinite sono le vie di esplorazione creativa delle forme e delle superfici.

-EDRO: indica il numero di facce di un solido geometrico: tetraedro, ottaedro, dodecaedro, poliedro… ed un carattere poliedrico ed è questo che voglio dare ai miei oggetti, fatti con materiali differenti, dalle molte facce e dall’aspetto sempre diverso a ogni sguardo.